Il sole estivo e vacanziero è altezzoso, indisponente, ma soprattutto cattivo.
Ti prende con tutta la sua veemenza, tracotanza.
Che tu sia bianco neve, al sole, non può fregare nulla.
Questo interessa sempre meno, da quando non c’è più l’antica distinzione tra i contadini, abbronzati o meglio cotti, e riconoscibili come plebe, e il pallore delle élite.
I pallidi, anzi, vanno cercando questo colorito in modi sempre più accaniti.
Il sole non è più un simbolo di speranza, ma l’affermazione dello status symbol di bello.
Ah, chissà quando si riscoprirà la bellezza del timido sole che scalda dopo la pioggia.
Aniello di Maio